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Studio Consulenza Legale & del Lavoro - SLTL Avvocati in Venezia

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In breve

Nel regime ordinario delle locazioni urbane fissato dalla legge n. 392 del 1978, la disciplina di cui all'art. 55, relativa alla concessione di un termine per il pagamento dei canoni locatizi scaduti e per la sanatoria del relativo inadempomento non opera in tema di contratti aventi ad oggetto immobili destinati ad uso diverso da quello abitativo.

 

 
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La perizia conferma «L'ecomostro è causa delle crepe» PDF Stampa E-mail

La perizia conferma «L'ecomostro è causa delle crepe»

CAORLE. Si allarga il fronte che denuncia danni dell’«ecomostro». Dopo il primo gruppo di residenti che, mesi fa, si è affidato a un legale e a un perito spunta ora un altro esposto in Procura e prende corpo l’idea di dar vita a una sorta di «patronato apartitico» per mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e della magistratura su una vicenda che potrebbe salire alla ribalta nazionale.  Non c’è pace per i residenti di via Roma. Dopo i danni (fessurazioni, cedimenti strutturali) provocati dall’ecomostro e già denunciati dai proprietari di diversi appartamenti - le crepe non hanno risparmiato nemmeno il duomo di Santo Stefano e la diga - ora la via è bloccata da settimane per la realizzazione dei sottoservizi. I residenti non possono passare nè parcheggiare le proprie auto nei garage.

I commercianti lamentano cali del fatturato fino al 60 per cento: hanno chiesto al Comune di sospendere il pagamento delle tasse per questo periodo e hanno incaricato il perito sandonatese Leopoldo Comparin di effettuare una stima dei danni conseguente al fatto che, a causa dei lavori in corso, i loro negozi vengono di fatto ignorati dai potenziali clienti.  Prime novità, intanto, dal fronte giudiziario.

L’ingegnere Paola Rossi, tecnico incaricato dal giudice di stabilire causa ed entità dei danni, ha depositato in tribunale la prima parte della Ctu (consulenza tecnica d’ufficio). Una perizia che confermerebbe il nesso causale tra cantiere e danni provocati (ammessi, del resto, dalle stesse imprese costruttrici) e sensibilizzerebbe a effettuare lavori urgenti su un immobile con seri problemi di stabilità.

«E’ una conferma della bontà del nostro lavoro - spiega Comparin - Ma a nostro avviso la perizia sottovaluta in maniera significativa la stima dei danni». Leopoldo Comparin, tecnico dell’Inae, annuncia quindi una controperizia e Alberto Vigani, il legale dei primi danneggiati che si sono mossi, promette battaglia in tribunale.  Si allarga inoltre il fronte dei danneggiati decisi a far valere le proprie ragioni. Un primo gruppo ha presentato un esposto alla Procura e il pm Giorgio Gava ha già avviato le indagini.

Un altro gruppo sta predisponendo un ulteriore esposto e medita di costituire una sorta di «Patronato in difesa di Caorle e degli abitanti di via Roma» con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione della pubblica opinione sul caso e di cercare, se possibile, di trasformare «l’eco-mostro» in caso nazionale. Il professor Lorenzo Jurina, docente del Politecnico di Milano, in occasione del primo sopralluogo ha definito l’accaduto un «caso» da studiare a livello universitario, trovando delle similitudini tra quanto sta succedendo a Caorle e i cedimenti che nel 1994-95 causarono il crollo di una chiesa nel centro di Rovigo. 

Non è escluso, infine, che, nel caso dalla Procura veneziana non arrivassero risposte tempestive, l’interessamento del Tribunale di Perugia, competente a livello nazionale per il monitoraggio del lavoro delle diverse Procure. - (Massimo Scattolin) /

la Nuova di Venezia — 28 febbraio 2010   pagina 52   sezione: PROVINCIA

 
Caorle, due palazzi a rischio crollo PDF Stampa E-mail

Caorle, due palazzi a rischio crollo

CAORLE. Ecomostro, pericolo di crolli. Il consulente del Tribunale avverte: «sintomi di instabilità strutturale». Quindi possibile, a breve, lo sgombero di alcuni edifici di via Roma. Secondo l’ingegnere Paola Rossi, consulente del Tribunale, ci sono seri problemi su almeno due immobili tali da richiedere interventi urgenti per garantire la stabilità. 

Gli avvertimenti dell’ingegnere sandonatese sono riportati nella prima parte della perizia consegnata alcuni giorni fa al giudice civile Marina Caparelli. E sono a conoscenza pure degli inquilini degli immobili interessati. Si tratta di quattro appartamenti e di un ristorante in un edificio e di altre due abitazioni e di un negozio nell’altro immobile. Perizia che ora è pure nelle mani del pm Gava.  Su questo aspetto, nuovo e inquietante, è probabile che lo stesso sostituto Gava, che ha aperto un fascicolo dopo la denuncia di alcuni abitanti, decida lo sgombero immediato degli stabili individuati come pericolosi dall’ingegnere Rossi. Lo sgombero, secondo le vigenti norme, potrebbe essere richiesto dal sindaco.

Ma in questo caso non è possibile.

Infatti il Comune di Caorle è parte in causa essendo stato citato in giudizio nella causa civile dagli stessi danneggiati. Tra le altre cose il sindaco Marco Sarto ha in più occasioni, spiegano gli abitanti di via Roma, rassicurato gli stessi sul fatto che non c’era pericolo. La questione dell’ecomostro, quindi si complica e diventa una questione molto più seria di quanto volevano far credere in molti. Alla luce di quanto accertato, è evidente che i danneggiati avevano ragione nel sollevare la questione sicurezza grazie anche al lavoro dei loro consulenti e cioè il perito Leopoldo Comparin e l’avvocato Alberto Vigani.

Lavoro che stanno compiendo anche per conto della curia considerato che pure la chiesa e lo storico campanile hanno subìto danni. Secondo lo stesso Comparin: «La perizia dell’ingegnere Rossi porterà a degli sviluppi interessanti che assieme all’avvocato Alberto Vigani stiamo approfondendo».

L’avvocato Vigani, sta valutando le conseguenze che un eventuale sgombero degli edifici pericolanti porterà, sia dal punto di vista civile che da quello penale.  Per i danneggiati la perizia dell’ingegnere Rossi però, se da una parte denuncia sintomi di instabilità strutturale, dall’altra omette di stimare i costi per il consolidamento delle strutture e i danni indiretti derivati da tutte le spese che gli sgomberati dovranno sostenere per trovare una sistemazione temporanea. Inoltre bisogna calcolare il mancato guadagno del ristorante e del negozio. Complessivamente sono interessate allo sgombero una quindicina di persone. 

La perizia è stata chiesta dal giudice che si sta occupando della causa civile intentata dai danneggiati contro le imprese che hanno effettuato i lavori, la ditta aggiudicatrice dell’appalto e lo stesso Comune. Da ricordare che i danneggiati che si sono costituiti in giudizio sono oltre venti e che i lavori di realizzazione del parcheggio interrato hanno causato pure dei cedimenti nella diga. E’ stato in quel momento che la Procura ha deciso di aprire un fascicolo su quanto stava succedendo a Caorle. Diversi i sopralluoghi compiuti da agenti della polizia giudiziaria e dai loro colleghi della scentifica. - (Carlo Mion) /

 

la Nuova di Venezia — 15 marzo 2010   pagina 16   sezione: PROVINCIA

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Indagine penale sul cantiere di via Roma PDF Stampa E-mail

Indagine penale sul cantiere di via Roma

VENEZIA.Nuovo atto ieri in tribunale a Venezia della guerra di perizie sul contestato cantiere di via Roma a Caorle. Stavolta c’è la certezza che sulla vicenda sta indagando la Procura di Venezia con il pubblico ministero veneziano Giorgio Gava. Il pm il 12 febbraio scorso ha depositato al giudice Marina Caparelli la richiesta di acquisizione di copia della consulenza tecnica d’ufficio redatta dall’ingegner Paola Rossi.
La novità ha ulteriormente movimentato l’udienza di ieri in tribunale a Venezia, dove la giudice Marina Capparelli ha condotto la sua ultima udienza di accertamento tecnico preventivo chiesto dai cittadini e che potrebbe in futuro sfociare in una causa. La giudice sarà sostituita, causa trasferimento, dal dottor Fidanzia.
 
In programma ieri il dibattito tra periti sulla consulenza tecnica d’ufficio redatta dall’ingegner Paola Rossi e contestata dal consulente dei danneggiati, Leopoldo Comparin, che si era già visto ammettere la sua controperizia. Consulenza quella della Rossi, ribadisce l’avvocato Alberto Vigani, «che risulta in ritardo visto che doveva essere consegnata il 20 febbraio ed incompleta perché indica solo una parte dei danni, pari a 99 mila euro, ascrivibili all’intervento edile ma non quantifica le responsabilità dovute ad opere strutturali o interventi di emungimento dell’acqua». L’ingegner Rossi ha risposto alle contestazioni dell’avvocato dei danneggiati ed ha spiegato al giudice di aver necessità di un ulteriore sopralluogo, che è stato concesso per mercoledì prossimo 5 maggio, per le ultime verifiche sul monitoraggio. La relazione finale dovrà essere consegnata entro il 23 giugno.
 
La stima dei danni vede una netta differenza nelle cifre. Poco meno di centomila euro stando alle prime indicazioni della Ctu mentre gli abitanti dei palazzi attorno alla costruzione di via Roma chiedono un risarcimento pari a 548 mila euro a cui vanno aggiunti sia gli interventi di sistemazione che l’eventuale conseguente deprezzamento degli immobili, chiarisce l’avvocato Vigani. Complessivamente, quindi si può parlare di una somma di 2 milioni di euro. (m.ch.)

 

la Nuova di Venezia — 29 aprile 2010   pagina 29   sezione: PROVINCIA

 
Cantieri di via Roma, la guerra delle perizie PDF Stampa E-mail

Cantieri di via Roma, la guerra delle perizie

CAORLE.  Guerra di perizie sul contestato palazzo di via Roma che sta preoccupando diversi privati le cui proprietà sono state danneggiate dai lavori in corso. Ieri mattina, in tribunale a Venezia, la giudice Marina Capparelli ha accolto la richiesta, avanzata dall’avvocato Alberto Vigani, di sospensione della Ctu (consulenza tecnica d’ufficio) redatta dall’ingegner Paola Rossi. Il giudice Capparelli ha ammesso, d’altra parte, una controperizia redatta da Leopoldo Comparin, il tecnico che assiste i danneggiati che si sono affidati a lui per l’accertamento tecnico preventivo ed è consulente di parte di un’altra decina di proprietari che hanno subito danni, ma che hanno preferito la via extra-giudiziale. Il giudice ha fissato la prossima udienza il 28 aprile. E in quell’occasione sarà guerra di perizie: l’ingegner Rossi dovrà rispondere alle domande e alle osservazioni dell’avvocato Vigani il quale si baserà sulla contro-perizia redatta da Comparin.  All’udienza di ieri, in tribunale a Venezia, era presente anche una delegazione di danneggiati.

Tutti con cartelli in mano raffiguranti fessurazioni e crepe varie, con tanto di domanda («E questi cosa sono?») e risposta («Danni!»). Tra questi Flavio Manzon, proprietario del locale El Muretto. «Io ho dovuto sgomberare una parte del locale per problemi di stabilità - spiega - Ho dovuto chiuderla con dei pannelli e ora probabilmente dovrò sgomberare un appartamento. Le travi si stanno sfilando. La mia casa, di fatto, si sta aprendo. E poi mi dicono che non sarei danneggiato?». La Ctu dell’ingegner Rossi, accusano i danneggiati, avrebbe sottostimato in maniera significativa i danni.

«Danni per 38 mila euro? - chiede Manzon - E’ semplicemente ridicolo. Per fortuna il giudice ha riconosciuto le giuste contestazioni del nostro avvocato e del perito».  In sede extragiudiziale, l’estate scorsa, i proprietari degli edifici lesionati avevano quantificato in quasi due milioni di euro i danni subiti. Cifra ampiamente contestata dalla controparte che ha invece calcolato in non più di 100 mila euro i danni provocati dai lavori. Sarà ora il giudice a decidere.  Nel corso di una conferenza stampa convocata due settimane fa in una saletta del nuovo municipio di Caorle l’architetto Paolo Portoghesi, che ha firmato l’opera, ha ammesso che «le critiche ci hanno aiutato a migliorare il progetto». L’architetto Portoghesi aveva detto che «le crepe nelle abitazioni vicine al cantiere erano prevedibili». Carron e Immobiliare Caorle, costruttrice e proprietaria dell’opera, avevano però negato che fossero stati provocati danni strutturali alle abitazioni. - Massimo Scattolin

 

la Nuova di Venezia — 15 aprile 2010   pagina 40   sezione: PROVINCIA

 
Strada troppo alta, acqua nei negozi PDF Stampa E-mail

Strada troppo alta, acqua nei negozi

CAORLE. Ultimo sopralluogo dell’ingegnere Paola Rossi nelle case danneggiate dai lavori del cantiere di via Roma. Irritati i proprietari delle abitazioni per la presenza del consulente tecnico del giudice che accusano di aver sottovalutato l’entità dei danni. Problemi, ora, per il livello del manto stradale di via Roma. È troppo alto e quando piove l’acqua finisce dentro i negozi. Ieri l’ingegnere Rossi, presenti anche i periti di parte, ha compiuto l’ultimo sopralluogo, con i danneggiati abbastanza irritati.
 
Ma è l’ultima volta che l’ingegnere mette piede tra quelle mura. Infatti nell’udienza del 28 aprile scorso, in Tribunale a Venezia dove è aperto il procedimento civile intentato dai danneggiati contro le imprese che hanno lavorato nel cantiere, il giudice Narina Capparelli ha accolto le richieste dell’avvocato Alberto Vigani, che assiste i danneggiati, il quale forte della controperizia del perito Leopoldo Comparin aveva chiesto la sospensione delle successive fasi peritali in attesa di ricevere la perizia conclusiva dell’ingegnre Rossi.
 
Per poter completare il lavoro fin qui svolto, l’ingegnere, ha chiesto e ottenuto dal giudice il sopralluogo di ieri e altri 45 giorni di proroga per depositare la perizia, però priva delle risposte a gran parte dei quesiti del giudice.  Intanto la Procura indaga e acquisisce anche la prima parte della perizia dell’ingegnere Rossi. Il 12 febbraio scorso il pm Giorgio Gava ha depositato la richiesta di acquisizione dell’elaborato del tecnico del giudice civile. I danneggiati sono comunque molto irritati con Paola Rossi.
 
Flavio Mazzon, proprietario dell’immobile dove ha sede il ristorante «Il Muretto», precisa: «La stima dei danni effettuata dall’ingegnere Rossi è addirittura inferiore alla parcella che la stessa professionista sicuramente ci chiederà. Spero che la Procura verifichi anche questo. Ho fatto vedere la stima dell’ingegnere a 3 imprese edili e queste mi hanno riso in faccia dicendo che quanto stimato non basta nemmeno per erigere un ponteggio. Mel frattempo ho dovuto sgomberare parte del locale per problemi di sicurezza, effettuare lavori di messa in sicurezza pagando opere e oneri comunali per circa 6.300 euro». La signora Giuseppina Martin spiega: «Il mio portoncino d’ingresso si apre a metà, i miei scuri non si chiudono e secondo l’ingegnere Rossi non è colpa dei lavori del cantiere, questo è assurdo...». - (Carlo Mion)

 

la Nuova di Venezia — 06 maggio 2010   pagina 31   sezione: PROVINCIA

 
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