Ecomostro, l'inchiesta si allarga

Ecomostro, l'inchiesta si allarga

CAORLE. L’inchiesta sull’«ecomostro» di via Roma si allarga. Gli investigatori coordinati dal pm Giorgio Gava hanno sequestrato anche i documenti relativi ai vari cantieri aperti o in fase di avvio del gruppo Caron nella cittadina balneare. Nel frattempo prosegue la causa civile intentata dai danneggiati dal cantiere di via Roma.

Ieri il giudice Francesco Spaccasassi ha formulato i quesiti che il perito del Tribunale dovrà rispondere nella perizia sul cantiere.  Sono state accolte nel quesito tutte le richieste dell’avvocato Alberto Vigani che patrocina i danneggiati e le motivazioni del perito Leonardo Comparin. Ieri in aula erano presenti i legali della Carron, dell’Immobiliare Caorle, del Comune e delle ditte sub affidatarie dei lavori, nonchè della direzione lavori.

L’accertamento tecnico preventivo è stato chiesto dall’avvocato Vigani, che assiste tutti i danneggiati, e il presidente Spaccasassi ha accolto nella sua integrità la richiesta del legale compreso anche il calcolo dei deprezzamenti degli immobili danneggiati (circa 2 milioni di euro) e ha aggiunto inoltre la richiesta di stabilire la ripartizione delle quote di responsabilità. Gli accertamenti inizieranno il 29 settembre e saranno eseguiti dall’ingegnere Paola Rossi.

A Caorle è atteso il Gabibbo il cui intervento è stato chiesto dagli stessi danneggiati che voglio far conoscere a tutta Italia quanto accaduto nella località balneare.  

Continua l’attività della polizia giudiziaria della Procura. Gli investigatori, lo scorso mese, hanno chiesto una serie di documenti al Comune di Caorle relativi al progetto in questione e ascoltato alcuni danneggiati al fine di verificare se ci sono delle anomalie legate alla concessione edilizia di quello che sta diventando un serio problema per il Comune. Ma sono stati chiesti documenti anche su altre concessioni edilizie sempre affidate al gruppo di azienda riconducibili al Gruppo Carron.

Le opposizioni in consiglio comunale denunciano variazioni di progetto che saranno oggetto naturalmente di accurate verifiche da parte della polizia. Sotto l’occhio attento degli investigatori è finito anche l’attività del Comando della polizia locale che a detta di molti danneggiati «non ha fatto nulla nonostante le molte chiamate» effettuate dagli stessi danneggiati.

Ma questo sarà oggetto di verifica.  Preoccupa il danneggiamento della diga visto anche l’inizio della brutta stagione. L’anno scorso a seguito delle mareggiate è intervenuta anche la Protezione civile che ha sistemato dei sacchi sulle fessure che si erano aperte sulla diga. - Carlo Mion

la Nuova di Venezia — 16 settembre 2009   pagina 30   sezione: PROVINCIA